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Mi candido per l’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna come testa di lista per Alleanza Verdi Sinistra. Penso di aver dimostrato che sono capace di non mollare di un cm sulle battaglie per una società più inclusiva. Non solo questioni di principio, ma risultati concreti.

Corse del treno in più, diminuzione di incidenti stradali gravi e mortali, un piano casa senza precedenti per Bologna, il nuovo piano della sicurezza stradale metropolitano che ridisegnerà le 12 strade più pericolose della Provincia, 40 milioni investiti sulla realizzazione della Bicipolitana. Il lavoro è appena iniziato e combattiamo sapendo che non tutto dipende da noi.

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Dobbiamo modificare la legge urbanistica, fare un piano casa regionale, ridare centralità al trasporto pubblico, investire sulla medicina territoriale, realizzare finalmente il Servizio Ferroviario Metropolitano, istituire il salario minimo, smettere di investire in nuove opere stradali in favore di una strategia della manutenzione, modificare il calendario scolastico regionale per venire incontro alle esigenze di studenti e famiglie.

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C’è chi parla. Io pedalo.
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Chi Sono

Sono stata eletta Consigliera Delegata della Città Metropolitana di Bologna alla Mobilità Sostenibile. Ho 39 anni, vivo e lavoro a Bologna dal 2006, sono mamma di due bambini. Sono attivista per la mobilità sostenibile dal 2009 e ho contribuito a fondare numerose associazioni e imprese sociali di servizi per la mobilità. In particolare ho fondato nel 2012 l’associazione Salvaiciclisti, di cui sono stata portavoce nazionale e sono stata Presidente della Consulta Comunale della Bicicletta di Bologna dal 2013 al 2021. Ho aperto nel 2015 la prima Velostazione italiana e creato una azienda di servizi per la mobilità ciclistica, per privati, aziende e amministrazioni per incoraggiare il cambiamento modale. Dal 2021 ho interrotto il mio percorso professionale per dedicarmi completamente alla politica, con la speranza e l’impegno costante di portare un cambiamento concreto nella vita della nostra comunità.

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Le Proposte

Modificare la legge urbanistica

Il nostro territorio è una risorsa finita che deve opporsi alla desertificazione, alle alluvioni: deve rimanere il nostro tesoro di biodiversità. Abbiamo bisogno di uno strumento realmente efficace di pianificazione e cura del nostro territorio. La legge urbanistica regionale 24/2018 deve essere modificata a partire dall’art. 53 che lascia margini troppi ampi di interpretazione del “pubblico interesse”, lasciando che grossi insediamenti industriali e speculativi possano essere approvati in deroga. La rigenerazione urbana, sulle aree già cementificate e dismesse, deve diventare lo strumento principale per disegnare nuove aree dove l’interesse pubblico sia forte ed evidente: per l’edilizia sociale, per la mobilità sostenibile, per garantire l’efficienza energetica dell’organismo urbano e edilizio, con dotazione di aree verdi e di filari di alberi.

Realizzare davvero il Servizio Ferroviario Metropolitano di Bologna

La provincia di Bologna da sola è attraversata dalla metà dei passeggeri dell’Emilia-Romagna. Voglio presentare una proposta di legge regionale per istituire Il Servizio Ferroviario Metropolitano della provincia di Bologna come servizio di prossimità ed elemento strutturale della rete ferroviaria regionale, che garantisca sviluppo e finanziamento, con la realizzazione di altri 4 servizi passanti e un investimento massiccio sull’infrastruttura. La legge definirà anche gli strumenti attuativi di completamento del progetto di Servizio, completo di strategia di finanziamento, elementi di integrazione contrattuale negli impegni in essere con le aziende assegnatarie dei servizi, strategia di comunicazione e promozione che dia pieno riconoscimento dell’autonomia, della peculiarità e della riconoscibilità del servizio, importante non solo per la Città Metropolitana, ma utile anche a tutti i cittadini regionali.

La strategia della manutenzione

Voglio battermi per un cambio di paradigma della manutenzione della rete viaria, massimizzando i finanziamenti disponibili, riconvertendo gli investimenti massicci in grandi infrastrutture mentre l’attuale patrimonio di strade necessità riqualificazione e progettazioni sicuri. Una strategia di intervento diffusa nelle reti delle strade provinciali che vada dalle direttrici di pianura alle strade di crinale che garantiscono l’accessibilità ai comuni montani, alla manutenzione dei ponti. Non solo attività di manutenzione materiale, ma anche riprogettazione per la moderazione del traffico dove si verificano più sinistri gravi e mortali, con la ridefinizione delle funzioni dello spazio stradale Occorre creare un fondo regionale per manutenzioni straordinarie, da destinare a tutta la rete viaria e delle ciclovie, per garantire sicurezza a chi si muove con tutti i mezzi.

Un piano di edilizia energeticamente autosufficiente

Per raggiungere gli obiettivi della neutralità climatica regionale abbiamo bisogno di ripartire dal dato del 2023 del solo 19% dell’energia rinnovabile in Emilia Romagna e dal 35% delle emissioni causate dal riscaldamento domestico. Abbiamo bisogno di una pianificazione regionale per l’installazione sui tetti di tutti gli edifici pubblici, dalle scuole alle istituzioni, di impianti fotovoltaici che alimentino pompe di calore.  Occorre una semplificazione normativa con strumenti di facilitazione dei processi di costituzione di comunità energetiche da parte dei privati cittadini, privilegiando la forma cooperativa e solidale, aperta anche a chi non possiede un tetto. Allo stesso tempo, occorre creare strumenti finanziari per rendere accessibile a tutte le fasce sociali la possibilità di riconvertire al fotovoltaico le superfici dei tetti in proprietà.

Un nuovo calendario scolastico regionale

Intendo sostenere attivamente la proposta ‘Ristudiamo il calendario Emilia-Romagna’ creata da Cinnica, WeWordl e dal coordinamento regionale e provinciale dei presidenti dei Consigli di Istituto. La proposta propone di lavorare con tutte le parti sociali coinvolte a una ristrutturazione del calendario scolastico che comprenda una pausa estiva meno lunga, a partire dalle necessità didattiche delle bambine e bambini e da quelle organizzative delle famiglie. La revisione deve essere accompagnata da una strategia di indirizzamento ai Comuni per l’organizzazione dei centri estivi, con un sistema di iscrizione unico. Questa piccola riforma sia un laboratorio per creare un nuovo patto tra famiglie, istituzioni, scuola e lavoratrici dell’educazione, per un dialogo proficuo e partecipato sulla formazione delle giovani generazioni.

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